lunedì 26 novembre 2012

Napoli, il farmaco dà dipendenza da gioco d’azzardo

Chiamateli errori della ricerca. Qualche volta va bene: la Coca Cola doveva essere un rimedio per il mal di testa. Altre va male: tipo che volevano curare il Parkinson e invece hanno creato giocatori compulsivi di videopoker. Esiste davvero un legame tra l’assunzione di un farmaco che ha come principio attivo il pramipexolo e l’incapacità di stare lontano dal gioco d’azzardo? A caccia del nesso ora si è sguinzagliato il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, celebre per aver portato la Eternit alla storica condanna per disastro doloso. I primi ad aver acceso un riflettore sul farmaco che trasforma i pazienti affetti da Parkinson in tossici dei videopoker è stata la trasmissione Le Iene: il caso è quello di una donna napoletana che dopo essersi giocata tutto si è data ai furti. Guariniello sta seguendo cinque casi, tutti accomunati dall’assunzione dello stesso farmaco che dovrebbe arginare la degenerazione del sistema nervoso centrale. Tra loro un torinese di 70 anni che da quando si è ammalato di Parkinson, nel 1999, ha sperperato 300mila euro. Non in medicine, ma alle macchinette.

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