giovedì 6 dicembre 2012

Armi chimiche contro i ribelli, un ordine di Assad e la Siria.....


Unità dell’aviazione avrebbero caricato il gas sarin nelle bombe destinate ad essere sganciate dai caccia
- Le forze siriane sono pronte ad usare le armi chimiche contro i ribelli ed aspettano solo un ordine di Assad. Fonti d’intelligence americane, citate dalla rete Nbc, hanno fornito nella notte nuovi dettagli su uno sviluppo che potrebbe aprire scenari drammatici. Unità dell’aviazione avrebbero infatti caricato il gas sarin nelle bombe destinate ad essere sganciate dai caccia. Un passo in più rispetto a quanto trapelato pochi giorni fa, quando sempre gli Usa avevano segnalato che i tecnici siriani avevano messo insieme le componenti delle armi chimiche. Di solito, per ragioni di sicurezza, le «parti» sono tenute separate. La mossa aveva provocato un’immediata reazione della Casa Bianca con un monito ad Assad: «L’uso delle armi chimiche provocherebbe un nostro intervento militare». Dunque una linea rossa invalicabile per gli Stati Uniti e i loro alleati. Sempre la Nbc ha specificato che gli ordigni sono ancora nei bunker all’interno delle basi aeree ma è evidente che basta un ordine del presidente per far scattare un attacco massiccio.

SOSTANZA LETALE - Il sarin è una sostanza letale che agisce sul sistema nervoso ed è già stato usato in passato da Saddam Hussein contro i curdi. Il regime potrebbe utilizzare le armi proibite per contrastare l’avanzata degli insorti che stanno guadagnando ogni giorno posizioni e punire la popolazione che li appoggia. Secondo gli osservatori l’esercito incontra sempre maggiori difficoltà nel contenere i ribelli, le sue linee logistiche sono minacciate e precarie. E’ anche possibile che Assad voglia concentrare la sua difesa attorno alla capitale e a tal fine ha fatto bombardare una vasta area attorno alla città per svuotarla.
VOCI DI FUGA - In questo clima, sono tornate a diffondersi le voci sul futuro del dittatore. Un emissario avrebbe compiuto una visita in Sud America alla ricerca di un paese disposto ad accogliere il raìs. Si è parlato del Venezuela e dell’Ecuador. Notizie non verificabili che possono avere un fondo di verità ma anche far parte della guerra psicologica contro il regime per dimostrare che non ha più speranza.
LE MOSSE AMERICANE - L’allarme sui gas è stato accompagnato da un’intensa attività militare da parte degli Usa. Una squadra navale guidata dalla portaerei Eisenhower si trova non lontano dal teatro siriano mentre caccia e droni sono dislocati a Incirlik, nel sud della Turchia. Nelle scorse settimane è stata anche segnalata la presenza di velivoli militari in numerose installazioni del Mediterraneo meridionale. Il Pentagono, in caso di emergenza, potrebbe lanciare una serie di raid contro i depositi delle armi chimiche, mettere fuori uso le piste delle basi siriane e impiegare unità speciali per assumere il controllo di siti ritenuti sensibili. Un’operazione che verrebbe condotta in coordinamento con gli alleati (Nato e paesi arabi) ma che può riservare non pochi rischi. Dall’altra parte sono crescenti le pressioni sulla comunità internazionale perché agisca per mettere fine al massacro in Siria. Nella guerra civile hanno perso la vita circa 40 mila persone e sono centinaia di migliaia i profughi sparsi tra Libano, Turchia e Giordania.

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